(CAVALIERI MARVEL)

 

N° 84

 

 

INGANNI

 

Di Carlo Monni

 

 

1.

 

 

            La donna il cui vero nome è Ariel Tremmore ma che è meglio conosciuta come Shock, si rivolge ai cinque supercriminali davanti a lei:

-Spero che siate pronti perché si comincia.-

Le tre donne e i due uomini davanti a lei fanno rapidi cenni di assenso.

-Bene. Il piano dovrebbe esservi abbastanza chiaro. L’obiettivo e sotto di noi. È ora di colpire duro.-

            Ariel estrae una fialetta dalla cintura e ne beve avidamente il contenuto. Il suo corpo è scosso da spasmi mentre si trasforma: la pelle diventa bianca, i capelli si allungano e il volto si deforma diventando somigliante ad un teschio.

-Che state guardando? Pensate alla missione.- anche la voce è diversa, con un tono più sinistro.

-La preferivo com’era prima.- commenta quella chiamata Skein -Era più sexy.-

-Beh, il carattere è rimasto lo stesso, però.- ribatte Siena Blaze con un sorriso ironico.

 

            Africa, nella piccola nazione chiamata Dabar incuneata tra il Kenya e il Sudan, è in corso un ricevimento dato dalla Presidentessa Akua Kirabo in onore di Joshua N’Dingi, Presidente del vicino Mbangawi. Si dice che nella giornata successiva verrà firmato un trattato di unione tra Mbangawi e Dabar, che assieme alla piccola nazione di Kitara, un tempo nota come Rudyarda, formeranno un nuovo Stato chiamato Unione Africana Sudoccidentale o qualcosa di simile. Dentro e fuori il Dabar molti vedono il gesto di Akua Kirabo come un tradimento della rivoluzione che ha destituito il precedente dittatore. La Talon Corporation, che sperava in lucrosi contratti per la ricostruzione della Nazione, la vede indubbiamente così ed a complicare le cose c’è anche il fatto che il Presidente dello Zilnawa è stato rapito e con lui è scomparso anche il gruppo di supereroi noto come i Campioni. La Talon vuol vederci chiaro ed ha inviato un team della rinata Justice Inc. a raddrizzare le cose.

            Paladin, quello che potremmo chiamare il team leader, si muove guardandosi attorno con molta attenzione. È stato invitato al party come Philip Louis Dean, dirigente della Talon, accompagnato dalla ex Dora Milaje[1] Nakia, nota anche come Malizia, negli attualmente succinti panni della sua assistente personale, Attraverso un’avveniristica microcamera installata nei suoi occhiali e un microfono molto potente, Paladin trasmette ciò che vede e sente ad altri due membri del team, Blacklash e Whiplash, che fingono di essere una coppia di ricchi e annoiati turisti americani e che sono attualmente all’esterno.

-Quei tre che sono ora inquadrati sono i capoccioni che ci interessano: quello brutto come il peccato è Joshua N’Dingi, il famoso Dottor Crocodile e quello accanto ad Akua Kirabo è Moses Magnum. Sono loro quelli che possono dirci che fine hanno fatto i Campioni e il Presidente dello Zilnawa.-

<<E la stangona nera col mantello accanto a loro?>> chiede Blacklash.

-La Principessa Zanda della Narobia.- risponde Paladin -Dicono che anche la sua nazione sia nel mirino di Crocodile. Ha avuto fegato a venire qui.-

<<Considerato come va vestita, non è certo timida.>>

            Paladin sorride divertito.

 

            In un ufficio di Los Angeles Alexander Julius Thran, C.E.O.[2] della Talon Corporation, vestito con un gessato nero evidentemente fatto su misura per la sua figura imponente, fronteggia la sola donna che in teoria potrebbe impressionarlo perché è il Presidente Esecutivo del Consiglio dei Direttori della società, il cui voto pesa come un macigno sulle decisioni del Consiglio stesso.

            Esther Camilla Vandervoort è una donna che non avrebbe sfigurato come top model se avesse voluto calcare le passerelle dell’alta moda invece dei palcoscenici dell’alta finanza. Il suo fisico perfettamente scolpito da una vita sana e da regolari esercizi fisici non è affatto mortificato dal completo di taglio mascolino che indossa. I suoi detrattori affermano che non è l’unica cosa mascolina in lei, ma ad Esther non interessano le chiacchiere sulla sua sessualità. Avrebbero potuto danneggiarla anni prima forse, e mai con uno come Alexander Thran.

            La donna, che a poco più di trent’anni occupa uno dei posti di potere più importanti della finanza mondiale, fissa dritto negli occhi quell’uomo dai tratti orientaleggianti che le siede davanti e dice:

-Spero davvero che tu sappia cosa stai facendo Alex.-

            Ci sono solo due uomini ed una sola donna a cui Thran permette di chiamarlo Alex e non Alexander e la donna è proprio Esther Vandervoort.

-Lo so benissimo Esther, fidati. Le operazioni che ho messo in piedi risolveranno un bel po’ di problemi a tutto vantaggio della Talon.-

-Me lo auguro Alex. Europa, Africa, Asia e perfino il Sud America. So che i tuoi… risolutori… sono gente tosta, ma rischiamo di pestare i piedi alla gente sbagliata.-

-Non accadrà e se dovesse accadere, allora li taglieremo quei piedi.-

-La fai facile,-

-Perché lo è: ho considerato tutte le possibili implicazioni. Ti fidi di me, Esther?-

            La donna fa una smorfia che potrebbe essere un sorriso.

-Ho forse scelta?- replica.

            Una volta che Ester Vandervoort ha lasciato l’ufficio, Kirsten Palmer, l’assistente personale di Thran, una ragazza con un corpo da modella che sfoggia un caschetto impeccabile di capelli biondi e indossa un tailleur grigio dalla gonna molto corta, occhiali da sole Ray-Ban eleganti ma severi, scarpe di marca con tacco 12, si rivolge al suo capo:

-Donna notevole.-

-Sono assolutamente d’accordo.- replica Thran -E infatti sto meditando di farla entrare in un altro dei miei progetti con un ruolo di primo piano.,-

-Non parlerà di…?- esclama Kirsten sbalordita.

-Esattamente mia cara, esattamente, ma di questo parleremo in seguito. Ora aggiornami sui progressi delle nostre squadre.-

            Un lieve sorriso appare sul viso dell’industriale.

 

 

2.

 

 

            Le due coppie si aggirano per il salone. Le due ragazze, la bionda e la bruna, sembrano più a disagio dei due loro accompagnatori.

-Mi sento osservata da tutti.- dice Lorna Halliwell, che indossa un abito da sera nero.

-Non capisco perché la cosa ti metta a disagio.- replica sorridendo Jack Porter, che indossa uno smoking con giacca nera -Secondo me sei più vestita che col tuo costume da Regina della Jungla.-

-Ragazza della Jungla, per essere esatti, e comunque non sono abituata a trovarmi in posti simili.-

-Rilassati, Lorna.- interviene la sua amica dai capelli neri Jane Mahoney, che indossa un abito rosso fuoco.

            Prima che Lorna possa ribattere qualcosa, un barbuto uomo di colore si avvicina loro e si rivolge all’uomo dai capelli rossi che indossa uno smoking con giacca bianca:

-McKenna!- esclama -Non mi aspettavo di vederti ad un ricevimento.-

-A dire la verità, nemmeno io Moses.- ribatte Patrick McKenna. -Ma il Presidente N’Dingi ha insistito per averci suoi ospiti.-

-E al Dottor Crocodile non si può dire di no, lo so. Ma non mi presenti i tuoi amici, specie queste due deliziose ragazze?-

            Le quali si sentono spogliate con gli occhi ma abbozzano mentre McKenna le presenta:

-Le signorine Lorna Halliwell e Jane Hastings, dagli Stati Uniti e Mr. Jack Porter dal Regno Unito. Vi presento Mister Moses Magnum, uno dei più importanti fabbricanti d’armi del Mondo.-

-Dì pure: il più importante, McKenna. Ma ora venite: vi presenterò la Presidentessa Kirabo.-

            E così quello è Moses Magnum, pensa Jack Porter. Sembra antipatico ma non molto pericoloso, ma l’apparenza spesso inganna.

 

            Dall’oscurità il cacciatore osserva la tana della sua preda. Sicuramente i suoi avversari pensano che dopo ciò che ha fatto se ne starà nascosto, ma lui ha intenzione di fare esattamente l’opposto; attaccare ancora.

            Renderà Danny Rand pazzo di rabbia. Gli porterà via i suoi amici uno ad uno e solo dopo che l’avrà fatto lo ucciderà: lo guarderà morire con soddisfazione.

            Il Serpente d’Acciaio sorride maligno.

 

            A San Francisco le cose hanno preso una piega inattesa quando una tigre dai denti a sciabola piomba sul gigante indiano sbattendolo a terra permettendo al Ragno Rosso di liberarsi dalla sua stretta.

-Zabu, vecchio gattone, sei un balsamo per i miei occhi. Ora vai ad aiutare i tuoi padroni che qui me la sbrigo da solo.

            Mentre, con un sordo ruggito, Zabu balza in aiuto di Ka-Zar e Shanna, il Ragno Rosso si rivolge al gigante che si sta rialzando:

-Non avevamo un discorso in sospeso io e te?-

            E gli scaglia contro le sue tele d’impatto.

 

 

3.

 

 

            Misty Knight rientra nel suo appartamento. Sapere di essere rimasta incinta è stata davvero una sorpresa. Questo cambia tutto per lei. D’ora in avanti dovrà stare più attenta a quello che fa: deve limitare le sue attività spericolate per non danneggiare il feto, ma questo non vuol dire che si adagerà nella bambagia.

            Appena entra in casa, un sesto senso affinato da anni di esperienza la avverte che c’è qualcosa che non va. Nel suo lavoro dar retta a certe sensazioni salva spesso la vita. Misty estrae la pistola e si muove con circospezione ma questo non basta.

            Il primo colpo la prende di sorpresa e la disarma. Il secondo è un calcio all’addome che la fa finire a terra. Oddio no, pensa. Fa che non sia accaduto nulla al bambino.

-Ciao, Misty… quanto tempo.-

            Quella voce… è lui, come temeva.

-Davos! Maledetto bastardo.-

            Prova a muoversi ma il suo avversario è più rapido. La sua mano brilla e colpisce il suo braccio sinistro strappandole un urlo di dolore. Non dovrebbe provarne, il braccio è bionico, eppure la vibrazione del colpo si è riverberata su tutto il suo sistema nervoso e ora… ora non  riesce a muovere neanche un muscolo.

-Non preoccuparti, Misty...- le dice -... non intendo ucciderti. Devi portare un messaggio a Danny Rand… anzi: il messaggio sei tu.-

            Misty vede la mano destra del Serpente d’Acciaio brillare davanti ai suoi occhi poi non vede più nulla.

 

            Si dice che sotto il Palazzo Presidenziale del Dabar ci siano delle prigioni segrete dove il precedente Presidente usava rinchiudere i suoi nemici politici per prendersi personalmente cura di loro. Se esistono ancora, è lì che i Campioni devono essere rinchiusi. Quale miglior posto per dei prigionieri che ufficialmente si dice di non avere che un posto che, sempre ufficialmente, non esiste?

            Nakia, la ex Dora Milaje, si muove circospetta mentre un dispositivo nel suo orecchino destro manda un segnale che solo lei può udire.

-Sono qui.- sussurra -Circa sei metri sotto.-

            In un'altra parte della sala Paladin riceve la comunicazione e risponde:

-Bene. Cercherò di raggiungere i sotterranei. Mi serve un diversivo.-

<<Ci penso io.>> è la risposta di M’Baku, l’Uomo Scimmia, che un attimo dopo sferra un pugno ad un cameriere.

 

            In un luogo che ufficialmente non esiste ma che se fosse menzionato in qualche documento sarebbe chiamato Campo 17 nella lontana Siberia Orientale, la donna di nome Marya Andreievna Meshkova, la supercriminale russa il cui nome di battaglia è Zvezda Dennista viene legata per i polsi a mezzo metro da terra e spogliata fino alla cintola.

-È davvero un peccato rovinare un così bel corpo mia cara Marya, ma devi imparare la lezione- le dice la direttrice della sezione femminile Lyudmilla Antonova Kudrina.

            Gli occhi della giovane donna brillano improvvisamente e lei sorride mentre replica:

-Credo che la lezione la imparerà lei gospozha direktor[3] e sarò felice di impartirgliela io.-

            Un secondo dopo le manette si spezzano con fragore.

 

 

4.

 

 

            Elektra entra in un magazzino del porto di New York ufficialmente appartenente ad una società di import-export ma troppo spoglio ed immacolato perché sia mai davvero servito per lo stoccaggio di qualunque merce.

-Benvenuta Miss Natchios.-

            A parlare è stato un uomo che è apparso nel vano di una porta , lo stesso che l’ha reclutata pochi giorni prima per conto del misterioso Consorzio Ombra.[4]

-Il suo messaggio era abbastanza vago.- replica Elektra saltando i convenevoli -Immagino che voglia offrirmi un nuovo contratto.-

-Giusta deduzione. In effetti, ho un incarico adatto alle sue capacità.-

            L’uomo usa un telecomando ed una parete si sposta rivelando un monitor che viene acceso mentre l’interlocutore di Elektra prosegue:

-Tempo fa un misterioso commando ha rovinato una nostra operazione in cui abbiamo perso tre agenti: due uccisi ed un terzo disperso.-[5]

-Per “nostra” intende del Consorzio che mi ha detto di rappresentare, immagino.- lo interrompe Elektra.

-Esattamente. Non c’è bisogno che lei sappia i dettagli dell’operazione. Il nostro agente al comando prima di essere uccisa ha fatto in tempo ad informarci che a capo dei nostri avversari c’era questa donna.-

            Sullo schermo appare l’immagine di una donna bionda di circa trent’anni.

-Immagino che lei abbia riconosciuto Sharon Carter, Agente 13 dello S.H.I.E.L.D. ed ex compagna dell’originale Capitan America si dice. È stata anche Direttore ad interim della sua agenzia in un periodo in cui Nick Fury era dato per morto. Di recente si è ufficialmente ritirata a vita privata ma evidentemente non era vero. Con lei c’era anche questa donna.- sullo schermo appare la foto di una donna di chiare origini cinesi -Melinda May, ex agente dello S.H.I.E.L.D. ed ora in forza all’ufficio del F.B.S.A. di Los Angeles. Sappiamo per certo che era con la Carter ma ora è scomparsa.-

-Per scomparsa intendete dire che non sapete dov’è?-

            L’uomo ha un’espressione imbarazzata mentre risponde ad Elektra:

-Purtroppo è così. L’Agente May è bravissima a tenersi al di sotto del radar, per così dire. Per il suo ufficio è in ferie ma nessuno sa dove.-

            E nemmeno voi, pensa Elektra con maligna soddisfazione, non siete così infallibili come vi piace far credere.

            L’uomo prosegue.

-Ci è voluto tempo ma esaminando vari video di sorveglianza di aeroporti ed hotel ed incrociando i dati con quelli dei satelliti spia di vari governi siamo abbastanza certi di aver individuato tre donne che riteniamo facessero parte del commando.-

-Il Consorzio ha accesso ai dati dei satelliti spia americani e russi?- chiede una perplessa Elektra.-

-E anche a quelli dei Cinesi, se è per questo. Le ho detto che abbiamo molte risorse e siamo dappertutto. Ma ora torniamo ai nostri obiettivi...-

            Sullo schermo scorrono le immagini di tre donne: una bionda, una rossa e una mora.

-La prima è Lynn Michaels, ex poliziotta di New York che ha deciso di adottare i metodi del Punitore con cui ha collaborato per un po’. La chiamano la Punitrice e da quando il Punitore si è trasferito sulla Costa Ovest, [6] è lei, per così dire, a fare il suo lavoro da queste parti. La seconda è Kimberly Taylor, agente dello S.H.I.E.L.D. sospesa per indisciplina. La terza…-

-Suspiria.- dice Elektra.

-La conosce?-

-Credo che nel mio ristretto giro la conoscano tutti. Nessuno sa con certezza quale sia il suo vero nome e della sua storia circolano almeno tre diverse versioni e la sola cosa in cui concordano è che è italiana. Quel che è certo è che i suoi bersagli favoriti sono i mafiosi e che i suoi servigi sono molto costosi. Sarà una sfida interessante misurarmi con lei.-

-Quindi accetta l’incarico?-

-Per tutte, tranne che per Sharon Carter.-

-Perché lei no?-

-Ha una figlia di sei anni ed io ho una regola ferrea: non rendo orfani dei bambini.-

            L’uomo ha un chiaro moto di disappunto e replica:

-Ne è proprio sicura? Se aumentassimo il suo onorario…?-

-Sarebbe del tutto inutile, rifiuterei qualunque cifra. Sono certa che saprà trovare qualcuno con meno scrupoli di me per questo incarico.-

-Immagino di sì.- ammette a malincuore l’uomo -Bene, ora parliamo del suo compenso.-

 

            Dire che Lyudmilla Antonova Kudrina è sorpresa quando vede Zvezda Dennista liberarsi sarebbe sottostimare la sua reazione.

-Come… come hai fatto?- esclama -L’inibitore…-

-Immagino che avrai già capito che ha smesso di funzionare.- replica Marya Andreievna Meshkova balzando a terra.

-Fermatela!- ordina la direttrice alle guardie.

            Marya lascia che si avvicinino. Dopo tante umiliazioni sente la necessità di sfogarsi. Si lascia andare ad un sorriso quando li colpisce con un lampo di luce che li acceca.

            Si diverte a colpirli usando ben assestati colpi di karate, poi si volge verso la Kudrina mentre la sua mano destra brilla.

-Ti avevo detto che ti avrei impartito una bella lezione, gospozha direktor. Il momento è arrivato.-

            La donna sembra aver recuperato il sangue freddo quando replica:

-È stata quella shlyukha di Ninotchka, ci scommetto. Uno dei suoi colpi ha danneggiato il collare.-

-Sei molto sveglia, tovarish.-

-E ora mi ucciderai?-

-Ne sarei molto tentata, ma prima tu farai qualcosa per me: innanzitutto mi libererai di questo maledetto collare e poi farai chiamare qui le prigioniere Debra Levin e Ninotchka.-

-E se non volessi farlo?-

-Lo farai se vuoi vivere almeno un’altra mezz’ora Tovarish Kudrina. Che mi dici?-

            L’anziana ex spia è troppo esperta per non capire che la ragazza davanti a lei non sta bluffando.

-Farò come vuoi.- dice infine.

 

            Misty Knight apre a fatica gli occhi e tenta di parlare ma dalle sue labbra escono solo dei suoni incomprensibili.

-Cos’ha detto?- chiede un perplesso Luke Cage.

            Colleen Wing si china su di lei.

-È tutto a posto, Misty. Sei in ospedale. Non hai lesioni gravi ma i medici ti hanno dato degli antidolorifici, per questo ti senti così strana.-

            Misty prova ancora a parlare e stavolta si capisce qualcosa di più.

-… bambino…-

-Il bambino sta bene, tranquilla. Quel bastardo non ha fatto del male al feto per fortuna.-

            In quel momento nella stanza entrano un uomo ed una donna entrambi biondi: Danny Rand e sua sorella Miranda.

-Misty!- esclama Danny precipitandosi al capezzale della sua donna.

-È stato lui, non è vero? Davos.- dice Miranda Rand con voce fredda.

-E chi altri?- replica Colleen in tono altrettanto duro -Se quello schifoso bastardo credeva di intimorirci, si sbaglia di grosso: lo troverò e mi assicurerò che non faccia del male a nessuno mai più.-

-Lo faremo insieme.- afferma risolutamente Miranda.

 

 

5.

 

 

            Il Detective Morissey sta beatamente dormendo quando qualcosa di freddo e appuntito gli stuzzica il collo. Si sveglia di colpo ed istintivamente allunga la mano verso la pistola sul comodino, ma una specie di piccolo tridente, o almeno questo gli sembra, si pianta ad un millimetro dalle sue dita mentre una voce di donna gli dice:

-Calma, Morissey. Non ho cattive intenzioni.-

-Elektra!- esclama il poliziotto mettendosi a sedere -Perché non riesco mai ad essere felice quando entri nella mia camera da letto?-

            La ninja greca fa una smorfia poi aggiunge:

-Il Consorzio Ombra è rimasto soddisfatto dalla mia pantomima col Senatore Kelly ed ora mi ha incaricato di uccidere queste donne.-

            Gli porge delle foto precedentemente scaricate dal suo cellulare.

-Lynn Michaels, la Punitrice.- borbotta Morissey -L’ho conosciuta: poliziotta tosta ma insofferente delle regole e probabilmente anche sessualmente frustrata. Mollò tutto per diventare una groupie del Punitore.-

-Morissey sei un porco. Dell’altra che sai dirmi?-

-A parte che indossa una variante dell’uniforme standard dello S.H.I.E.L.D. direi nulla. Perché il Consorzio vuole che tu le uccida?-

- Mi hanno detto che assieme a Sharon Carter hanno rovinato uno dei loro piani ma non sono entrati nei dettagli. Vedi se riesci a saperne di più e trovami la rossa.-

-Che intendi fare?-

            Elektra a un sorrisetto e replica:

-Se volessi guadagnarmi l’onorario del Consorzio, dovrei ucciderle, non credi?-

-Non vorrai davvero…-

            Ma Elektra non l’ascolta più: ha già lasciato la stanza.

 

            Da quando è stato clonato da Peter Parker, il solo ed unico Uomo Ragno, Ben Reilly ha avuto quella che con delicato eufemismo potrebbe essere definita una vita difficile. Ha affrontato molte difficoltà ed alla fine si è forgiato una propria identità come uomo e come supereroe col nome di Ragno Rosso sempre seguendo il motto dell’uomo di cui porta il nome: “Da grandi poteri derivano grandi responsabilità”.

            Certo, quando queste responsabilità implicano il dover affrontare due giganteschi indiani, con tanto di turbante, che sembrano essere capaci di staccargli la testa dal collo, uno potrebbe chiedersi se le responsabilità in questione non siano troppe.

            Uno qualunque ma non il Ragno Rosso naturalmente. Le sue tele d’impatto non hanno avuto effetto sul primo dei giganti ed ora il secondo, appena arrivato gli sferra un pugno micidiale che lui saltando agilmente evita per poi colpire a sua volta l’avversario all’addome senza ottenere alcun effetto.

-Ehi!- esclama -Non l’hai letto il manuale del supereroe? Quando il buono lo colpisce, il cattivo deve cadere.-

            Il suo senso di ragno lo avverte appena in tempo del pugno che sta per sferragli il secondo indiano. Non riesce ad evitarlo del tutto, però e si ritrova sbattuto lontano.

-Beh, è evidente che non ne hanno fatto una traduzione in Hindi.- commenta col suo solito umorismo rialzandosi in piedi. Ok, se volete le maniere forti, le avrete.-

            Detto questo, scaglia sui suoi nemici le sue ragnatele.

 

            Nei pressi di un complesso industriale appena fuori Berlino la donna chiamata Shock da un ordine al suo team:

-Adesso!-

            La missione è cominciata.

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Davvero poco da dire su questo episodio, quindi facciamolo in fretta:

1)    Alexander Julius Thran, Esther Camilla Vandervoort, Kirsten Palmer sono personaggi creati da Valerio Pastore nella serie MIT “Campioni”. Sue sono anche le relative descrizioni.

2)    La Punitrice e le altre donne citate nella storia hanno fatto parte di un commando quasi tutto al femminile che ha sventato un complotto del Consorzio Ombra su Lethal Honey #20/21.

            Nel prossimo episodio… troppe cose per parlare di tutte. Tornate qui e ne saprete di più.

 

 

Carlo



[1] Le Dora Milaje sono la guardia del corpo femminile personale e sorta di concubine del sovrano del Wakanda, la Pantera Nera.

[2] Chief Executive Officer.

[3] Signora direttrice (o meglio: direttore) in Russo.

[4] Ovvero nell’episodio n. 78.

[5] Su Lethal Honey #20/21.

[6] Come visto su Ragno Rosso.